Se mai dovessi scrivere un libro dovrebbe contenere le ditate unte di focaccia, le pagine bagnate dalla neve, quelle bruciate dal sole. Le note di tutte le canzoni che ho stonato, il suono della notifica che per mille e mille volte mi ha fatto sobbalzare il cuore, il silenzio che non è mai abbastanza silenzioso. I colori di cui mi circondo, tutte le cose da cui non riesco a separarmi e tengo «perché non si sa mai», tutte le parole lette, ascoltate, sussurrate, capite, non capite. Soprattutto quelle non capite. Dovrebbe contenere intere persone, con tutto il loro corpo e le loro storie: persone, corpi e storie senza i quali io non sarei quella che sono. E poi briciole, ritagli, cose dimenticate.
Per fortuna devo nonscrivere un libro.
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